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IL DRAMMA CALCIO-LEGAMENTO CROCIATO



ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO (Breve descrizione)

L’articolazione del ginocchio viene classificata come diartrosi o articolazione sinoviale e per garantire un alto grado di mobilità sono necessarie strutture e meccanismi che ne garantiscano la stabilizzazione.

L’articolazione presenta principalmente due segmenti ossei: le rispettive parti terminali (epifisi) di femore e tibia. Lateralmente è interessato anche il perone che viene stabilizzato grazie al legamento collaterale laterale.  Anteriormente vi è la rotula (osso sesamoide) che mette in comunicazione il tendine del quadricipite nella coscia con il legamento collaterale nella gamba garantendone la sua estensione. Tutte le superfici articolari sono rivestite da cartilagine (molto evidente quella del condilo femorale) utili per la riduzione del attrito e da borse ricche di liquido sinoviale(presenza di fibre di collagene, proteoglicani e glicoproteine) con funzione lubrificante.
I menischi sono dischi a forma semilunare di cartilagine fibrosa. I menischi sono due: uno esterno o laterale e uno interno o mediale. Hanno la funzione di equilibrare le difformità tra le due superfici articolari e favoriscono la distribuzione del carico di peso sul ginocchio.
L’articolazione è definita e stabilizzata grazie all’azione dei tendini e legamenti: il tendine del quadricipite che avvolge la rotula, legamenti laterali(o collaterali), e legamenti crociati.
I legamenti crociati si trovano nella parte interna e sono due: il legamento crociato anteriore (impedisce lo spostamento in avanti della tibia rispetto al femore) e il legamento crociato posteriore (impedisce lo spostamento indietro della tibia rispetto al femore). La lacerazione di questi tendini porta alla formazione del “fenomeno del cassetto” che può essere anteriore o posteriore a seconda della rottura di uno specifico crociato che consiste nello scorrimento della superficie tibiale lungo il femore proprio come avviene per un cassetto.

IL TERRORE DI OGNI CALCIATORE

La rottura del legamento crociato rappresenta un dramma nel mondo sportivo:ogni anno si contano 150mila persone che riscontrano questa rottura e negli sportivi solo il 55% dopo l’operazione chirurgica è in grado di compiere attività ai livelli precedenti alla rottura. La rottura di tali legamenti è tipica di quelle attività sportive che prevedono repentini cambi di direzione(calcio su tutti, molto spesso anche nello sci).Il 70% degli infortuni al legamento crociato si verifica in assenza di contatto fisico mentre circa il 30% si verifica a causa di un contatto fisico più violento, come nel football americano e nel rugby.
A tal proposito è interessante riportare le dichiarazioni del professor Francesco Falez, presidente della SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), "il numero delle lesioni ai legamenti del ginocchio tra i calciatori è in aumento proprio per l'alto numero di quanti praticano questo sport. Gli infortuni si registrano infatti a livello amatoriale, tra i semi professionisti e tra i professionisti del 'pallone'. Proprio a causa della natura di questo sport, che comporta salti, torsioni e cambi di direzione improvvisi, oltre ad un forte impatto fisico, le lesioni legamento crociato anteriore sono un incidente comune sui campi di calcio di tutto il mondo".

Con un adeguato cammino riabilitativo-fisioterapico il paziente è in grado di riprendersi dall’operazione e riacquistare la funzionalità del ginocchio dai 3 ai 12 mesi  ricordando che il rischio di recidiva è sempre molto alto se qualcosa durante la fase riabilitativa viene accelerato per l’impazienza di tornare a calcare il campo. Secondo gli ultimi studi di biomeccanica (Nagelli 2016) per una completa guarigione biologica dei tessuti occorrono circa 24 mesi dopo l’intervento. Le ricadute post operatorie nei pazienti sotto I 25 anni si attestano attorno al 23%.

Recentemente il dibattito sull’accanimento che la disciplina calcistica ha su questo legamento si è fatto più aspro. La punta dell’ iceberg: rottura del legamento crociato anteriore e lesione del menisco di Nicolò Zanilo in occasione della partita Roma-Juventus del 12 gennaio. Inseguito a questo fatto, forse anche a causa dell’incidente avvenuto a un calciatore di quel talento perno di una futura Nazionale, sono divampate critiche sulle programmazioni societarie troppo dure nei confronti di giocatori che sono ancora in una fase cruciale del loro sviluppo.
Così all'AGI il Dott.Pietro Monachino, ortopedico e medico dello sport, professionista noto nel mondo agonistico ed esperto di traumi di piede, caviglia e ginocchio. "L'aumento dell'incidenza della rottura del legamento- spiega il medico impegnato anche con squadre professionistiche (due anni fa al Benevento) - è sicuramente legata ad un "calcio estremamente dinamico", in cui si gioca con maggiore intensità, e, se si pensa alle formazioni di massima serie, al fatto che tra campionato coppa, coppe nazionali ed europee e squadre nazionali gli atleti devono giocare più partite che in passato.
I calciatori "si allenano meno e si riposano meno rispetto a quanto dovrebbero e questo aumenta il rischio di infortunio". Certamente per la sua gravità la lesione del legamento crociato anteriore è tra quelle che vengono maggiormente "enfatizzate" rispetto a quelle muscolari, anche per i tempi di recupero più lunghi. Tra le concause della rottura del crociato anteriore non ci sono pero' solo l'intensità del gioco, che ha trasformato i calciatori in "atleti veri e propri", e il numero di gare. "A volte - aggiunge - c'è anche lo stato non perfetto dei terreni di gioco". E pesa l'avvento di alcune superfici per l'allenamento, come il sintetico, che lasciano al ginocchio "meno spazio di scivolamento".


di Gianluca Zanatta



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